Chieti, 28 Settembre ’01 – Anno XXI n. 115 - www.abruzzopress.it - E-mail:
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CF 93030590694 - Tel. 0871 63210 - Fax 0871 404798 – Cell. 333. 2577547 Dir. resp. Marino SolfanelliDopo 430 anni rievocazione con un conferenza di don Ugo Carandino
I chietini alla Battaglia di Lepanto
La Battaglia di Lepanto, dopo 430 anni - per iniziativa di Marco Solfanelli, presidente dell’Associazione Amicizia Cristiana - sarà rievocata alle ore 17 di lunedì 8 ottobre p.v., presso la biblioteca "De Meis" di Chieti, con una conferenza di don Ugo Carandino. Interverranno studiosi teatini fra i quali i professori Camillo Gasbarri e Giuseppe de Tiberiis.
Alla storica e famosa battaglia di Lepanto - che fu definita "la più grande e la più sanguinosa che mai avessero visto le acque del Mediterraneo", e che segnò il trionfo dei cristiani ed il definitivo declino dell’impero ottomano – perirono, secondo taluni storici, circa cinquecento chietini, che combatterono valorosamente.
L’armata della Lega Cristiana giunse la sera del 6 ottobre 1571 all’imbocco del golfo di Lepanto. Le navi nemiche apparvero all’alba del giorno seguente e subito iniziarono le ostilità. La Lega, comandata da don Giovanni d’Austria, impegnò nello scontro 208 galee (veneziane, genovesi, spagnole e pontificie), una trentina fra "galeazze" e navi a vela (veneziane), 1.815 pezzi di artiglieria e circa 80.000 uomini imbarcati, tra marinai, schiavi e galeotti. Gli ottomani schierarono 230 galee, 70 navi minori, 750 pezzi di artiglieria e ben 90.000 uomini, fra marinai e schiavi. Malgrado la superiorità di navi e di uomini il successo dei cristiani fu strepitoso, contrariamente a quanto avevano presagito alcune corti europee che ritenevano impossibile sconfiggere la "invitta" flotta turca. L’ammiraglio ottomano, Alì Pascia, fu ucciso durante la battaglia, decapitato, e la sua testa mozza fu mostrata ai combattenti nemici sul pennone di una nave.
Le ostilità cessarono alle ore 17 del giorno 8 ottobre. Nello stesso momento, a Roma, il pontefice Pio V, che certo non poteva sapere dell’esito della battaglia, "s’alzò dalla scrivania – narrano gli storici –, aprì una finestra e, dopo aver scrutato il cielo per qualche istante, si rivolse a un funzionario e, sbalordendolo, disse: "E’ giunto il momento di andare a ringraziare il Signore per aver concesso la vittoria al mondo cristiano". Ben presto altri funzionari vaticani, increduli e sbigottiti al tempo stesso, seguirono il Papa per dare corso all’accennato ringraziamento; ma dovettero trascorrere due lunghe settimane prima che un messaggero, partito da Venezia, portasse a Roma la notizia ufficiale della gloriosa vittoria conseguita dalla Lega cristiana, misteriosamente prevista da Pio V quando ancora – di fatto – non si era verificata."
Nella Città di Chieti, che a quella vittoria aveva dato un notevole contributo di sangue, si volle festeggiare l’avvenimento con molte cerimonie religiose che durarono settimane; alla vittoria si dedicò una chiesa, quella della Madonna del Rosario che, da allora, fu chiamata Chiesa della Madonna della Vittoria, sita nella contrada omonima, lungo la via per Chieti Scalo, detta della Colonnetta. (M.S.)
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